a cura di Biancamaria Brumana

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L’identità italo-tedesca di Francesco Morlacchi, nella vita e nell’arte

Francesco Morlacchi (Perugia 1784-Innsbruck 1841), il compositore il cui nome ricorre in più luoghi della città, trascorse la maggior parte della sua vita a Dresda in qualità di Hofkapellmeister, tornando di tanto in tanto in Italia per la composizione e l’allestimento delle sue opere. Questa “doppia identità”, nella vita e nell’arte, ne fece quasi un viaggiatore straniero a Perugia.

Convinto seguace degli ideali napoleonici, fu un musicista di rilievo nel variegato e mutevole contesto musicale della prima metà dell’Ottocento. La sua ampia produzione musicale ha toccato tutti i generi dell’epoca, dal melodramma, alle cantate, alla musica sacra.

Al duomo di Perugia, che ne custodisce la sepoltura, nel 1842 fu eseguito il grande Requiem che aveva scritto per la morte del sovrano Federico Augusto di Sassonia. Nel teatro a lui intestato fu allestita nel 1825 la sua opera che ebbe maggior successo, il Tebaldo e Isolina.

Biancamaria Brumana è stata professore ordinario di Musicologia e Storia della musica presso l’Università di Perugia e membro del collegio docente del dottorato di ricerca internazionale in Storia delle arti e dello spettacolo dell’ateneo di Firenze. Nella sua produzione scientifica, che riguarda vari aspetti della storia della musica dal Medioevo al primo Novecento, numerosi studi sono dedicati a Francesco Morlacchi.